“I colori della vita” è il tema che l’Istituto Serafico ha scelto per la
Festa in Amicizia 2018, l’atteso appuntamento che dal 25 al 27 maggio animerà la città di Assisi in una tre giorni ricca di vivaci iniziative facenti parte della
rassegna di eventi culturali e sociali dedicati ai ragazzi del
Serafico e alla popolazione umbra. Il tema di questa edizione Così come i
colori fanno prendere vita alla tela bianca di un pittore, ogni persona
può animare questa bellezza, ognuno con la
propria tonalità, la propria sfumatura e il proprio stile. Ed è dalla
volontà di annullare ogni forma di esclusione a favore del
consolidamento delle relazioni che
nasce l’idea di creare il più grande
saio di San Francesco mai realizzato prima, una straordinaria
performance artistica e cuore pulsante dell’iniziativa, che avrà luogo
giorno 26 maggio.
Anche quest’anno il ricco programma
della Festa in Amicizia si articolerà in tre momenti: lo
spettacolo teatrale “ColoRadio”, realizzato dai bambini, dai ragazzi e dagli operatori del Serafico, che andrà
in scena venerdì 25 maggio, alle ore 21, presso il Teatro Lyrick
di Assisi; la performance artistica “Il Saio di Francesco”, che si svolgerà
sabato 26 maggio dalle ore 15 presso il prato della Basilica superiore di San Francesco,
grazie alla quale il Saio prenderà nuova vita attraverso la
realizzazione di un disegno composto da più mani, da più materiali,
frutto del contributo
di tanti partecipanti; e per la giornata conclusiva di domenica 27 maggio,
che si svolgerà all’Istituto Serafico, non poteva mancare il tradizionale “Pranzo in amicizia”, cui seguirà alle ore 17 la
Santa Messa celebrata da Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo della Diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino.
“Con
la Festa in Amicizia intendiamo dare vita ad un momento di incontro e
di condivisione in cui, sotto l’ispirazione del tema della bellezza del
creato , ognuno possa trovare
lo stimolo per rappresentare sé stesso accanto agli altri, in una
ideale e concreta integrazione in cui confluiscono stili diversi,
sensazioni molteplici e istanze plurali, nel tentare di realizzare
davanti alla basilica di San Francesco quanto anche il papa
sollecita nella sua enciclica Laudato Si’: L’uomo è pienamente se stesso solo se è in relazione con se stesso, con gli altri, con tutto il creato e con Dio”. –
Ha dichiarato Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi.
“La sfida è quindi quella di chiamare
a raccolta tante realtà, in un intreccio di relazioni che possa aprire
un cammino di consapevolezza e di attenzione rispetto alla vita di chi
ci sta accanto, al mondo che ci circonda e
che dobbiamo preservare”. – Ha concluso la Presidente.
Laudatu si’, mi signore, cum tucte le tue creature, così cantava San Francesco d’Assisi ne
Il Cantico delle Creature, un magnifico inno alla vita e una
preghiera che guarda al Creato come il riflesso dell’amore del Creatore
per le sue creature. Da ciò deriva il senso di fratellanza fra l’uomo e
tutto ciò che lo circonda.
Laudato si'
è anche l’enciclica che Papa Francesco ha scritto per chiedere
che tipo di mondo vogliamo trasmettere a coloro che verranno dopo di
noi. Riprendendo le parole di San Francesco,
«Laudato si’ mi signore per sora nostra madre terra», Papa Bergoglio ricorda che è proprio la
Terra la nostra «casa comune» e lancia così un appello per la sua difesa e quella dell’intera umanità che la abita. Un
grido di allarme che mette in guardia da un incauto sfruttamento
delle risorse e da una politica miope che guarda al successo immediato
senza prospettive a lungo termine. Per il Santo Padre è necessaria una
nuova
ecologia integrale, inseparabile dalla nozione di bene comune,
che comprenda anche le istituzioni, perché «Se tutto è in relazione,
anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta
conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita
umana». Dunque tutto è connesso, «Non ci sono due crisi
separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa
crisi socio-ambientale». Nel contesto di oggi, in cui «si riscontrano
tante inequità e sono sempre più numerose le persone
che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali»,
impegnarsi per il bene comune significa fare scelte solidali sulla base
di «una opzione preferenziale per i più poveri».
IN SCENA “COLORADIO”, LO SPETTACOLO PER ANNULLARE LE DIVERSITÀ
Venerdì 25 maggio, alle
ore 21 andrà in scena al Teatro Lyrick di Assisi lo spettacolo “ColoRadio”.
La
musica e il teatro rappresentano per i ragazzi del Serafico gli
strumenti per esprimere il loro essere nel mondo. Sono le loro emozioni
che prendono vita, sono il rumore delle loro difficoltà, il silenzio dei
loro momenti di isolamento, lo sforzo di voler comunicare agli altri le
sfumature della propria bellezza interiore.
Il laboratorio musicale e teatrale, avviato ormai da tempo al
Serafico, lavora per permettere ai ragazzi di salire su un palcoscenico e
farsi conoscere, annullando i limiti della disabilità e conquistando
quella consapevolezza di vita piena che abbatte
la diversità. Lo straordinario impegno dimostrato durante il corso
degli anni ha portato i ragazzi a diventare i veri protagonisti che, con
sicurezza ed entusiasmo, padroneggiano il palco accanto ad attori,
musicisti e ballerini professionisti. La musica e
il teatro non evocano un colore solo, ma sono un arcobaleno di colori,
così come la vita. È proprio questo il messaggio che si vuole lanciare
con lo spettacolo “ColoRadio”, grazie al quale i ragazzi del Serafico andranno alla scoperta dell’importanza
che i colori hanno nel mondo; il tutto raccontato e testimoniato in diretta radio con tanti ospiti e colpi di scena.
UN COLLAGE ARTISTICO PER CREARE IL PIÙ GRANDE SAIO DI FRANCESCO MAI REALIZZATO PRIMA
Sabato 26 maggio, dalle 15 alle 18, presso il prato della Basilica Superiore e in Via S. Francesco, si svolgerà la
performance artistica di disegno, pittura e composizione “Il Saio di Francesco”.
L’obiettivo
è quello di rappresentare San Francesco con un saio particolare, che
prenderà vita grazie ad un disegno composto da più mani, da più
materiali, frutto del contributo di tanti partecipanti.
La Festa, diventerà l’occasione in cui si abbatte l’esclusione e si consolidano le relazioni,
a partire da chi vive sulla propria pelle il tema della povertà nelle sue molteplici dimensioni.
Sarà un San Francesco che abbraccia simbolicamente il mondo.
Grazie a centinaia di lavori pervenuti da numerose istituzioni, enti ed
associazioni locali e nazionali, prenderà forma un’opera di oltre 30mq.
Sarà la rappresentazione delle tante povertà
e delle tante esperienze di prossimità che il Serafico ha voluto
coinvolgere:
il
mondo della disabilità, gli alunni e gli insegnanti delle scuole, le
strutture sanitarie e le case di riposo, le organizzazioni di
accoglienza dei profughi, le istituzioni religiose e comunali, i
detenuti e le carceri, le famiglie,
la gente comune e artisti veri e propri.
Un lavoro congiunto che parte dai ragazzi e dagli operatori del
Serafico. Dai piedi di San Francesco invece partirà una strada di
disegni e di tele bianche, per permettere a tutti coloro che lo
vorranno, di partecipare direttamente e di diventare parte
integrante dell’opera artistica che verrà via via realizzata nel corso
del pomeriggio.
L’idea del Serafico verrà coordinata da
Daniele Procacci, Direttore Artistico del progetto, nonché
Production Designer e Art Director di fama internazionale, e vede inoltre il coinvolgimento di
numerosi artisti internazionali provenienti dalle Accademie di Belle Arti di Firenze e Macerata.
“È una delle collaborazioni più belle che possano esistere, perché di fronte all’arte siamo tutti uguali”.
- Dichiara Daniele Procacci, Direttore Artistico del progetto.
“Considero i ragazzi del Serafico non diversamente abili, ma abili
diversamente. Sono loro le persone più belle e più libere che ho
conosciuto e poterci lavorare insieme è un assoluto
privilegio, oltre che un immenso piacere. Penso sinceramente che si
possa abbattere qualunque muro attraverso la rappresentazione artistica”. – Ha concluso Daniele Procacci.
L’assemblarsi
di colori e materiali in un enorme e grande rappresentazione che si
compone e si sviluppa grazie a più mani, sembra essere la risposta alla
richieste del Santo Padre
a sovvertire la società dello scarto. Nulla appare così coinvolgente
come ritrovarsi l’uno accanto all’altro, ognuno con le proprie
peculiarità e con il proprio bagaglio di esperienze, pronti a
condividere un gesto o un sorriso, in un atto solidale, prima
ancora che rappresentativo o artistico.